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12/08/11 L'ultima stazione del mio treno

Balneazione itinerante

Balneazione itinerante
Anche i blog vanno al mare.

Sotto l’ombrellone.

Scrutano, vedono, scoprono, si ubriacano, conoscono, assimilano, fotografano, sentono, fumano, urlano, ballano.

Non siate tristi. 

Non è ancora l’ultima stazione del vostro treno.

A presto.

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07/08/11 L'ultima stazione del mio treno

L’occhio della città

L’occhio della città
Quando tutti già dormono.

L’occhio della città che non si addormenta, inquieto, curioso, divertito.

Le domande senza le parole, celate dietro una differente luce in quell’occhio.

L’occhio che vorrebbe parlare e dare risposte.

Quando tutti già dormono.
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02/08/11 L'ultima stazione del mio treno

Your last breath is mine

Your last breath is mine

Cosa significa smettere di fumare?

Salute, felicità, risparmio, acquisizione di rispetto, considerazione, stima, essere considerati valorosi, coraggiosi, bravi ragazzi.

Cosa significa davvero smettere di fumare?

Ascoltare una scimmia che ti urla nella testa, sentire le sue unghie piantarsi nei tuoi polmoni, la sua anima agitarsi dentro la tua.

Cosa ci guadagni?

Vivi meglio per vivere peggio.

L’ultimo mio respiro è mio, soltanto mio.

Cinismo? Cecità?

Ve ne parlo quando ricomincio o quando sarò morto.
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01/08/11 L'ultima stazione del mio treno

Divers don’t smoke

Divers don’t smoke
Respira.

Cammina.

Tendi i muscoli.

Lancia i vestiti.

Fregatene.

Urla.

L’azzurro del cielo-il blu del mare-il bianco delle onde che si infrangono.

L’ultima sigaretta fra le mani. Rotta, dopo un sorriso.

Cammina. Guarda bene il terreno. Corri. Fottitene del fondale.

Tuffati.

Bianco-azzurro-bianco-infinito.
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31/07/11 L'ultima stazione del mio treno

Paint it on your wall

Paint it on your wall
Ci sono giorni in cui guardi un tramonto e poi ti lamenti perchè ci sono le nuvole.

Giorni in cui guardi l’alba e ti lamenti perchè è una mattina fredda.

Giorni in cui una persona sconosciuta ti sorride e tu rompi il cazzo perchè aveva i denti storti.

Giorni in cui senti il sangue scorrerti nelle vene e ti lamenti perchè il tempo corre e non ti lascia niente.

Giorni in cui ridi, ti abbracci l’anima, ma poi ti lamenti perchè l’anima non ha fisicità e il tuo sorriso senza specchio, non lo vedi.

Poi ci sono giorni in cui non accade nulla, il freddo ti ghiaccia il respiro e il vuoto ti divora, ti fa a brandelli e ti sbatte contro il muro cavandoti gli occhi e la speranza.

Quello che devi fare è respirare la tua felicità: ti abbraccerà quando ne hai bisogno.

Come una foto che ti ricorda un momento particolare.

Come il giorno in cui hai ricominciato a pensare al futuro.

Paint it on the wall.

Non te lo dimenticare.
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28/07/11 L'ultima stazione del mio treno

Una tisana col cretino

Una tisana col cretino
Ci si trova, spesso, in situazioni particolari.

Inconsueti incontri, con inconsueti personaggi.

Il bello della sorpresa: non sai mai cosa, chi e quando.

Lo spettacolo nella sorpresa: capire che era il momento giusto.

Come la serenità di Alice durante il tè delle cinque con quel cretino del cappellaio e quello scemo del coniglio.

La beata innocenza e lo scoprire che il passo non era più lungo della gamba.

Per tutto il resto ci sono i salti nel buio.
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25/07/11 L'ultima stazione del mio treno

Cronache di cinque minuti fra le 21.30 e le 21.35

Cronache di cinque minuti fra le 21.30 e le 21.35


(Cronache da quell’istante in cui il respiro ti si taglia, il cuore batte a vuoto, gli occhi diventano rossi, bruciano e sono gonfi, l’attimo in cui le mani diventano fredde anche con trenta gradi e la pancia comincia a far male. Cronache dai cinque minuti più lunghi della tua giornata, più lunghi degli ultimi mesi, più lunghi e basta, che fanno parte di qualcosa che ti fa stare bene, ma che, in quei cinque minuti, ti sbatte all’inferno come l’ultimo vigliacco).

Seduto sul letto, con un cartone della pizza in mano.

“Non si mangia la pizza sul letto.”.

Il tuo perbenismo.

Gli occhi che sorridono.

Come un fulmine. In apnea. Al freddo. Come se in tutto il globo ci fossi solo tu.

Solo.

Annaspi cercando aria, ossigeno per riempire il petto. Come se stessi soffocando.

Poi, una pace da monastero.

(Cronache da quell’istante in cui capisci che non è successo nulla se non il distacco di una parte di te, che nulla riguarda il tuo corpo, ma è una frattura dell’anima, andata persa nell’istante in cui il suo profumo ha cominciato a scendere le scale verso la sua auto. L’istante in cui capisci che sono solo quei cinque minuti. L’istante in cui sai che vi rivedrete. Cronache di cuori dove non nevica e non piove).
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21/07/11 L'ultima stazione del mio treno

Futuri

Futuri
Il tempo è noioso, antipatico, scostante, veloce, non sa farsi apprezzare, è rumoroso, chiassoso, stupido.

Il futuro non è più quello di una volta.

Tu non sei più quello che eri quando hai iniziato a pensare.
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19/07/11 L'ultima stazione del mio treno

L’ultima stazione del mio treno

L’ultima stazione del mio treno
Sono arrivato presto alla stazione, una domenica mattina di Gennaio, faceva freddo, una fitta nebbia avvolgeva questa grande infrastruttura della mia città.

I miei bagagli non erano molti: una valigia con qualche camicia e maglione, due paia di jeans, un abito elegante, qualche libro e un portatile dove scrivere l’unica storia che avessi davvero voglia di raccontare: la mia.

Il mio treno è arrivato, stancamente, al binario. Il respiro prima di entrare nel vagone, la contrazione muscolare nel alzare la valigia, il primo passo verso il futuro.

La prima stazione del mio treno.

Il bello di fermarsi ad ogni stazione è il poter vedere le persone: nei loro atteggiamenti, nei loro movimenti, chi parte, chi resta, chi nel saluto vive e chi nel saluto muore. La vita si divide solo così: c’è chi vive e chi muore. Tutto il resto è congettura, pettegolezzo e masturbazione degli eventi.

Il mio treno è vuoto: decido io chi sale e quando, decido io chi scende e quando. Il mio treno è puntuale e non ritorna. Il mio treno fa un solo viaggio.

La seconda stazione del mio treno.

La comprensione passa per la condivisione che passa per l’empatia che passa per la sensibilità che passa per il diventare Uomini che passa per non ragionare con l’uccello.

La terza stazione del mio treno.

Le soluzioni partono dalle domande, non dalle risposte.

La quarta stazione del mio treno.

Diffida di chi non ha vizi, scheletri nell’armadio, diffida di chi non fa altro che sorridere, di chi è sempre pronto a giurare, di chi non ha paura di morire e di chi rifiuta di farsi un drink con te. La diffidenza non è mancanza di rispetto, ma è rispetto del proprio futuro e salvaguardia del terreno che calpestiamo.

La quinta stazione del mio treno.

Poe sosteneva che un giorno l’abisso a forza di essere guardato avrebbe voluto, poi, guardare in noi, la mia quinta stazione è l’abisso, perchè io sono più curioso di lui.

La sesta stazione del mio treno.

E’ il posto dove ci si guarda negli occhi e si fa sul serio, dove si capisce chi il coraggio lo vende e chi ne ha da vendere ma se lo tiene stretto e lo usa per crescere. Qua non si aspetta la gente che corre, che parte in ritardo da casa o che altro da fare.

Anche i viaggi belli finiscono, si scende, si radunano i bagagli, si raccolgono i pensieri fatti durante il tragitto e si pulisce il sangue dalle scarpe: se ne pesta di gente morta quando si arriva alla fine di un percorso ad ostacoli.
Si accende una sigaretta, magari l’ultima di una lunga serie, magari.

L’ultima stazione del mio treno.

Si chiama il taxi e si torna a casa un po’ più vivi di quando si è partiti.
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17/07/11 L'ultima stazione del mio treno

Cadeau

Cadeau


“L’aspetto che mi diverte dei regali è che so perfettamente cosa siano.”.

L’inutile boria del festeggiato.

L’aspetto divertente di un soggetto pieno di sé è che, spesso, sbaglia le proprie previsioni.

Ecco, ora c’è un bel pacco con un fiocco rosso.

La bellezza della sorpresa.

Il miglior regalo: il sorriso che sparisce dalla tua faccia e arriva sulla mia.

Il bello di parlare per metafore è il non dover spiegazioni.

Il bello di non dover dare spiegazioni è il non avere torto, la ragione, io, la lascio ai matti.
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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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