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23/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Guardaci bene

Guardaci bene
Quando corri, ti dimeni, recuperi terreno, ne perdi, ne recuperi di nuovo, sorpassi i tuoi avversari, ti fai superare per studiarne la strategia: quando sei in gara con la vita.

Quando sei in gara per la tua vita.

Guarda bene, là in fondo, sì, proprio là, il traguardo.

Guardaci bene, non è mai più vicino, più lontano.

Guardaci bene il tuo traguardo non si è mai mosso.
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20/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Fondi di bicchiere

Fondi di bicchiere
Ci sono molti modi per cercare e pochi modi per trovare. 

C’è chi beve per dimenticare, ogni volta, in un locale se cerchi, lo trovi: il personaggio con gomito appoggiato sul tavolo, bicchiere accanto e scimmie che saltano sul tavolo a dargli tormento.

Ha due bicchieri: uno lo svuota, uno lo riempie.

Vino, birra, rum, vodka. Il mio preferito è il calvados. Mi apre ipolmoniilcuorelostomacolintestino.

Il secondo si riempie di rompicapo risolti e te lo bevi a fine serata, solo se sei stato bravo.

“Se ti mostrassi un bicchiere colmo per metà, mi diresti che è mezzo pieno o mezzo vuoto?”.

“Ti direi che è di vetro e il vetro si rompe.”.

Chi ha il bicchiere ancora intero, mezzo pieno, mezzo vuoto, vuoto, pieno; faccia lui, chi ha ancora il suo bicchiere, quindi, può trovare il suo viso riflesso sul fondo e salutarsi come meglio può.
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17/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Perchè?

Perchè?
Perchè ci sono stati giorni in cui sono morto di paura. 

Perchè l’ho capito subito.

Perchè c’è sempre ascolto.

Perchè c’è sensibilità e intelligenza.

Perchè non c’è divisione, ma unica entità.

Perchè sono ancora vivo.

Perchè sono rinato.

Perchè sì.

Perchè non è un sogno, ma è realtà.

Perchè ho visto oltre, solo dopo che mi è stato insegnato come farlo.

Perchè non ho mai smesso di imparare, ma soprattutto perchè c’è chi mi ha insegnato di più di quello che pensavo di voler conoscere.

Perchè è tutto bello anche quando mi tremano le gambe.

Perchè non ci credevo più.

Perchè un giorno sarò padre.

Perchè è tutto nuovo, ma è come un tatuaggio sulla pelle di una mia vita precedente.

Perchè ero malato, lo sapevano tutti, ma c’è chi mi ha curato.

Perchè ti ho incontrata e non ti lascio più.
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15/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Se una porta è chiusa non è detto serva una chiave per aprirla

Se una porta è chiusa non è detto serva una chiave per aprirla


Quando pensi di aver vinto: è l’esatto  momento in cui la tua sconfitta arriverà.

Quando pensi di essere pieno di alternative: è l’esatto momento in cui qualcuno ti dirà “O dentro, o fuori!”.

Quando pensi che il mondo ti sorrida: raccogli i tuoi denti dal marciapiede, ti hanno spaccato la faccia.

Quando pensi che tutti sono utili e nessuno è indispensabile: sei appena tornato nell’ombra dalla quale sei nato.

Non si scappa da dove si è nati. 

Sia la tua origine luce o ombra. 

Torna a casa. Si sta meglio lì, da dovunque tu venga.
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13/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Il punto che voleva essere infinito, ma rimane un punto.

Il punto che voleva essere infinito, ma rimane un punto.
I cerchi sono perfetti. Li traccia un compasso o la mano divina di Giotto.

Non possono cambiare forma, infiniti punti ai quali un punto dimenticato non può essere aggiunto.

I cerchi possono anche essere “quadrati”.

Ma il punto dimenticato?

E’ dimenticato e basta.

La storia di ciò che poteva essere infinito ma è rimasto unico.
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11/11/11 L'ultima stazione del mio treno

11.11.10 – 11.11.11

11.11.10 – 11.11.11
Un anno. In questo anno il treno ha fatto molta strada, ha girato il mondo ha raccolto storie e ne ha raccontate. Ha ascoltato voci che non conosceva e ha sputato nel piatto dove mangiava. Ha amato, odiato, conosciuto e dimenticato. La prima stazione di questo treno è stata l’idea di raccontare, di parlare con chiunque avesse voglia di ascoltare. Il treno sa anche ascoltare e vorrebbe raccogliere ancora più storie. Tante donne e ragazze, uomini e ragazzi, sono saliti e scesi dalle scale del treno. Vagoni di emozioni. Vagoni di tutto quello che la vita può dare. C’è molta strada da fare. Tutto sembra così grande e noi sempre piccoli. 

Un mio amico dice: “Se sai da dove parti e come parti, sai già che arriverai.”.

Noi, partiamo, come sempre, dalla nostra prima stazione, vestiti di sogni col cuore in mano. Come il primo giorno della nostra vita.
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10/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Fix the future

Fix the future

L’idea di futuro non è un bene di consumo.
L’idea di futuro è già futuro.
Anche se non la conosci.
Anche se non sai quando comincerai a pensarci.
Siamo nati con mille possibili scenari. 
Saperlo è come aver già vissuto.
Realizzare i propri progetti è come vivere una vita per ogni idea che diventa azione.
Se non ricordi i tuoi sogni, scrivili.
Tutto il resto è bene di consumo, appunto.

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09/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Rassegnados

Rassegnados

Ci avevano promesso tutto.
Ci hanno tolto tutto. 
Anche la speranza.
Negare la speranza è un reato.
Rimanere in silenzio è un reato per il quale non vi è pena, se non la propria sconfitta.

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06/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Sorry

Sorry
Si vive. Si sbaglia. Si vive.

Il perdono è una parentesi, spesso inutile, fra un errore e l’altro.

Si vive. Si sbaglia. Si vive.

E’ un fiume che scorre. 

Il perdono è una diga che vorrebbe contenere acque inquiete.
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04/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Autostop emotivo

Autostop emotivo
Le auto, a volte, rimangono senza benzina. Ci si ferma, ci si fa svenare, si riempie il serbatoio e si riparte.

Gli esseri umani, a volte, rimangono senza emozioni.

Distributori di emozioni? Non ne conosco, forse non ne esistono.

Al massimo ci si mette ai bordi del cuore di qualcuno.

Autostop emotivo. 
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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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