Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

Mare d’inverno

20/12/14 I passeggeri del mese # , , ,

I passeggeri del mese: Grazia Verasani

I passeggeri del mese: Grazia Verasani

Oggi parliamo con grande piacere con Grazia Verasani, scrittrice e cantautrice bolognese. Sono già dieci anni che Grazia ci ha consegnato il suo personaggio più noto,Giorgia Cantini che, sin da “Quo vadis baby?”, è stata in grado di catturare l’attenzione e affascinare i lettori.

Chi è Grazia Verasani?

In questo momento è una donna è stanca. Come ogni volta che le esce un libro nuovo e va su e giù per parlarne. E’ una donna che crede nella lealtà, nell’amicizia, nella buona politica, nella giustizia sociale, e che fatica a vivere in un paese dove arte e cultura hanno poco rilievo. E’ una donna con un passato intenso alle spalle, visto anche il mezzo secolo raggiunto. Una donna che legge tantissimo, che ama il cinema, la musica, il teatro e le belle persone. Una donna che vorrebbe sempre vivere altrove, ma poi resta qui e prova a capire. Una donna che ride molto, forse per non piangere.

Da poco è uscito il tuo ultimo lavoro, “Mare d’inverno”, edito Giunti, una bellissima storia, dolce e amara. Vera, Carmen e Agnese. Un romanzo dove c’è molta ironia, matura, educata, mai banale. Quante donne ci sono come le protagoniste del tuo ultimo romanzo? Sono donne forti che hanno perso questa consapevolezza?

Io racconto le donne che conosco, che vedo, che vivo, che amo, che frequento. Racconto anche gli uomini, ma forse conosco meglio le donne. Sono donne forti perché sanno riconoscere le proprie fragilità, non le nascondono. Sono vere. Nel senso che esulano da ogni tipo di stereotipo. Sono inquiete e contraddittorie, sanno togliersi le maschere e giocare a carte scoperte. O almeno ci provano.

Lo scorso anno è uscito “Accordi minori” per Gallucci, nel quale hai dipinto ritratti bellissimi di musicisti indimenticabili come Kurt Cobain, Jeff Buckley, Janis Joplin, Tenco e altri grandi. Un tuo lavoro legato indiscutibilmente alla musica, altra arte nella quale hai saputo dare grande prova di abilità, sin dagli inizi con la vittoria al Premio Recanati nel 1995. Musica e narrativa. Quale di questi mondi senti a te più vicino?

La musica è la forma d’arte che sento più immediata, anche quando ha un suo linguaggio complesso. E’ tutto ciò che riesce a esprimersi anche senza le parole, e in questo forse è più emozionale, viscerale, commovente. I libri invece mi fanno riflettere, mi indicano delle strade. Non potrei vivere senza ascoltare musica e leggere libri. Poi scrivere, nel mio caso, è diventata una cosa di cui vivere, la musica no. Ma seguo con attenzione i progetti di amici musicisti che stimo.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

A settembre uscirà per Feltrinelli il quinto romanzo con Giorgia Cantini.

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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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