Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

La terza luna

19/02/15 I passeggeri del mese # , , , , , ,

I passeggeri del mese: Barbara Baraldi

I passeggeri del mese: Barbara Baraldi

Oggi parliamo con grande piacere con Barbara Baraldi, scrittrice modenese che ci ha appena regalato l’ultimo capitolo della trilogia “Scarlett”, “La terza luna” edito Mondadori. Barbara è autrice di thriller, romanzi per ragazzi e sceneggiature di fumetti. Con Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo, è protagonista del documentario “Italian noir” prodotto dalla BBC.

Chi è Barbara Baraldi?

Sono una persona che ama moltissimo leggere. Da adolescente è nato il mio amore per i classici del romanticismo, e a una serata in discoteca ho sempre preferito immergermi in romanzi come Il rosso e il nero o Madame Bovary. Mi sentivo vicina allo Sturm un drang, il vivere le emozioni al massimo vivendo ogni giorno come se fosse l’ultimo. Mi identificavo nel giovane Werther e sono stata a un passo dal tatuarmi una frase tratta da una poesia di Baudelaire. In quel periodo mi capitava spesso di fare da babysitter ai miei fratelli più piccoli. Per tenerli buoni raccontavo loro storie che inventavo sul momento, ispirandomi alle fiabe almeno quanto ai racconti di Poe. Un giorno, molti anni dopo, qualcuno mi ha detto: «Sei brava a raccontare storie, perché non le scrivi?» ed è così che è cominciata la mia avventura in editoria.

 

E’ da poco uscito “Scarlett – La trilogia” edito Mondadori, volume che racchiude l’ultimo capitolo della trilogia “La terza luna” e i primi due capitoli “Scarlett” e “Il bacio del demone”. Ci puoi parlare di questo ultimo capitolo, davvero molto atteso? Più in generale, per chi magari volesse accostarsi solo ora a questa trilogia senza averne letto i primi due capitoli, ci racconti la storia di Scarlett?

Scarlett è a suo modo un romanzo di formazione. Racconta di una ragazza che si trasferisce da Cremona a Siena e finisce per innamorarsi di Mikael, bassista della band dei Dead Stones, che si rivela essere un mezzo demone, una creatura sospesa a metà tra il mondo degli umani e quello dei demoni, il cui compito è in realtà impedire che i demoni tornino a camminare sulla Terra. Come me, Scarlett è amante della lettura e il suo rifugio è l’immensa biblioteca della scuola che frequenta. Stringe amicizia con il bibliotecario, ma, quando viene ucciso da una creatura soprannaturale, inizia la caccia al colpevole, con tanto di indizi e depistaggi, proprio come in un giallo, fino alla resa dei conti con un demone scaturito dall’inferno. Nel secondo volume la situazione si complica perché Mikael deve affrontare un processo negli inferi per aver trasgredito una regola fondamentale: non utilizzare i suoi poteri per interferire con la vita (e la morte) degli esseri umani. Allo stesso tempo, Scarlett si trova a fronteggiare un demone che in grado di entrare nei sogni delle persone. Per costruirlo mi sono ispirata ai famosi film horror del passato, al Sandman di Neil Gaiman, ma soprattutto al mito orientale di Kitsune, la donna volpe. Il demone, infatti, si presenta alle sue vittime sotto forma di volpe. Nel terzo libro «La terza luna» Scarlett deve attraversare l’inferno stesso per recuperare l’amore di Mikael e, allo stesso tempo, trovare un modo per sconfiggere i gemelli Fero, i “portatori di luce”, incarnazione del demone più feroce e temuto della storia dell’umanità. Ognuno dei romanzi della serie ha un forte richiamo verso le tradizioni locali e alla religione, a partire dalla figura di Mikael, ispirato all’arcangelo Michele, che con la sua spada fiammeggiante era posto a guardia delle gole da cui il male poteva risalire.

 

I lettori hanno imparato a conoscerti come autrice di storie a fumetti, legate ai nomi di Diabolik e Dylan Dog. Romanzo e fumetto, dimensioni differenti. A quale ti senti maggiormente legata e perchè?

Ho cominciato a leggere fumetti prima ancora di leggere romanzi, da quando, da bambina, mi sono intrufolata nella soffitta di casa e ho scoperto interi scatoloni con le collezioni di fumetti di mio padre, tra cui Diabolik e Alan Ford. Con Dylan Dog ci sono cresciuta, dato che ho cominciato a collezionarlo insieme a mio fratello ai tempi del liceo. Posso dire insomma che anche questa forma di narrazione fosse nel mio dna. E poi quando scrivo procedo a visioni, io le vedo le scene che descrivo, mi scorrono davanti agli occhi man mano che digito alla tastiera. Scriverle sotto forma di sceneggiatura o come romanzo è soltanto una questione di forma.

 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Restando in tema fumetti, sono al lavoro su una sceneggiatura per la serie regolare di Dylan Dog che sarà disegnata da Nicola Mari, un disegnatore a cui mi sento molto affine per background e sensibilità. E poi sono alle battute finali di un romanzo che spero esca prima del prossimo inverno, un thriller a tinte forti a cui sto lavorando da più di tre anni.

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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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