Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

L’ultima stazione del mio treno

29/10/14 L'ultima stazione del mio treno

Nothin’ to declare

Nothin’ to declare
 
Cosa portare a casa con noi dopo un viaggio è sempre una decisione critica.
 
Un souvenir? Banalità.
 
Una foto, un ricordo, qualunque cosa. 
 
No.
 
Tornare a casa da un viaggio ci renderà migliori, se torneremo con un pezzo in più da cucirci addosso.

 

0 likes no responses
22/10/14 L'ultima stazione del mio treno

World is out

World is out
 
Il mondo è fuori da qui.
 
Porta con te quello che ti serve per essere felice.
 
La felicità arriverà quando meno te lo aspetti.
 
Farsi trovare impreparati è un po’ da coglioni, no?

 

0 likes no responses
18/10/14 L'ultima stazione del mio treno

Far away

Far away
 
Quando si è lontani, ogni cosa che ci ricorda casa fa correre forte il nostro cuore.
 
Quando si è lontani, troppo spesso la memoria cede.
 
Quando si è lontani.
 
Spesso non si torna più.

 

0 likes no responses
07/10/14 L'ultima stazione del mio treno

Rumori di fondo

Rumori di fondo
 
I passi nella notte sono più pesanti. Hanno superato il rumore di fondo.
 
Il rumore della vita.

 

0 likes no responses
30/09/14 L'ultima stazione del mio treno

Nothin’ else

Nothin’ else
Il nostro percorso è ciò che dovremmo davvero prendere a cuore. Oltre l’orizzonte c’è già.
 
Bisogna capire di quale percorso si tratta e scegliere con cura il mezzo per affrontarlo.
 
Tutto qua.
 
Nothin’ else.

 

0 likes no responses
24/09/14 L'ultima stazione del mio treno

Realtà

Realtà
 
Il mondo troppo spesso non va come dovrebbe. Ci troveremo un giorno ad essere sognati dai nostri sogni. 
 
Nella nostra vita c’è troppa realtà.

 

0 likes no responses
21/09/14 L'ultima stazione del mio treno

Banalità

Banalità
Corre, senza sosta e senza paura.

La paura.


0 likes no responses
18/09/14 L'ultima stazione del mio treno

Coraggiosi

Coraggiosi
Rimanere quando tutto crolla è un bellissimo esercizio di stile. 

Lo stile implica fatica, presenza di spirito e palle da vendere.

Mal che vada potremo sempre dire di averci provato.


0 likes no responses
11/09/14 L'ultima stazione del mio treno

I volti di bologna

I volti di bologna

Bologna è figlia dei personaggi che le camminano nella pancia. Il centro storico è il suo ventre. E’ accogliente, affettuoso, sempre foriero di attenzioni per chi vi si avventura. 

I volti sono il pezzo forte di questo mosaico. 

Il volto della bella ragazza giovane, bionda, slanciata, con borsa immancabilmente appoggiata sull’avambraccio. Lei, dietro un grande paio di occhiali da sole, guarda solo e unicamente davanti a sé. Al massimo si ferma a guardare qualche vetrina. 
Ha una camminata spedita, un passo aggraziato, anche se si esibisce in ampie falcate. La sua meta? Drink giusti per gente giusta, festa mondana, settimanale seduta dal parrucchiere o dall’estetista. 

Il volto tirato del professionista. Cellulare all’orecchio. Voce ferma nell’impartire l’ennesima disposizione della giornata di lavoro. Lunga, infinita. 
La cravatta non lo strangola, non è come tutti noi, lui è un professionista. sempre a suo agio. la cravatta, con lui, è discreta. Lo coccola, lo ama. 
Ha un passo deciso, mai troppo veloce, né troppo lento. Cadenzato. La sua è una camminata ben direzionata, verso casa, senza il vero desiderio di arrivare alla meta. Lui corre solo quando deve entrare nel suo studio, alla mattina, in fuga. Dalla vita.

Il volto segnato dalla fatica del pensionato. Un ex ferroviere magari. Non è un “umarel”, il classico vecchietto ficcanaso e perdigiorno. E’ un anziano ruvido, che ben conosce il significato del termine lavoro e quello dell’impegno. Le mattine della settimana le passa al Dopo Lavoro Ferroviario, a giocare a carte. Il sabato esce con la moglie a guardare le vetrine e la domenica si veste a festa per la messa.
Cammina lentamente e con passo pesante. La camminata di chi sofferma lo sguardo sui ricordi. Senza meta. 

Ad un qualunque tavolo di un bar siede chi racconta, con serenità, la vita. Gli occhi giovani, ma la pelle dura, di chi è ancora curioso, nonostante, di vita, ne abbia vista già parecchia. 
Seduto, in attesa di una storia che abbia, più di altre, qualcosa da dire. In attesa del brivido più lungo di un Settembre che ha appena ritrovato l’estate in un pomeriggio di sole.

0 likes no responses
05/09/14 L'ultima stazione del mio treno

Inutile

Inutile
Inutili evasioni per vite poco virtuose sono i progetti che nascono morti.

Inutile è bucare il cielo in una stanza quando è il buco la tua stanza.

Inutile è la metafora quando ciò che vorresti dire dovrebbe essere già ben noto, chi di esso nulla conosce nell’ignoranza dovrebbe rimanere.


0 likes no responses
1 3 4 5 6 7 8 9 43
Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
Drammi Quotidiani on Twitter
Archivi