Paolo Panzacchi
L'ultima stazione del mio treno

L’ultima stazione del mio treno

09/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Rassegnados

Rassegnados

Ci avevano promesso tutto.
Ci hanno tolto tutto. 
Anche la speranza.
Negare la speranza è un reato.
Rimanere in silenzio è un reato per il quale non vi è pena, se non la propria sconfitta.

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06/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Sorry

Sorry
Si vive. Si sbaglia. Si vive.

Il perdono è una parentesi, spesso inutile, fra un errore e l’altro.

Si vive. Si sbaglia. Si vive.

E’ un fiume che scorre. 

Il perdono è una diga che vorrebbe contenere acque inquiete.
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04/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Autostop emotivo

Autostop emotivo
Le auto, a volte, rimangono senza benzina. Ci si ferma, ci si fa svenare, si riempie il serbatoio e si riparte.

Gli esseri umani, a volte, rimangono senza emozioni.

Distributori di emozioni? Non ne conosco, forse non ne esistono.

Al massimo ci si mette ai bordi del cuore di qualcuno.

Autostop emotivo. 
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02/11/11 L'ultima stazione del mio treno

Benvenuti

Benvenuti

Ogni casa ha il suo zerbino.
Ogni uomo, ogni donna, ha più di una casa: ognuna per ogni stato d’animo.
Bada, o tu che ti avventuri sul mio uscio, leggi attentamente le parole sul mio zerbino.
“Come sei arrivato a questa casa, te ne puoi anche andare.”.

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30/10/11 L'ultima stazione del mio treno

Osserva attentamente

Osserva attentamente
Questa storia è come un trucco degli illusionisti durante il loro spettacolo: c’è ma non si vede.

E’ quello che noi non vediamo, che voi non vedete. Questo è ciò che incuriosisce.

Osserva attentamente.

Questa storia è quella che volete raccontare voi. Vi lascio uno spazio bianco.













































La vostra storia. C’è, ma non si vede.
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28/10/11 L'ultima stazione del mio treno

My own words

My own words
“Ciao!”.

(Gli stronzi parlano troppo).

“Perchè corri?”.

(Gli stronzi parlano troppo).

“Dove stai andando?”.

(Gli stronzi parlano troppo).

“Sei ripetitivo, fratellino. Dovresti essere più loquace e variegato nel tuo linguaggio.”.

(Gli stronzi parlano troppo).

“Parlo io. Tu corri perchè stare fermo ti tronca il fiato, dove stai andando? Credo sia facile. Stai solo cercando di ritrovare un sorriso in uno specchio rotto. Cerci le parole perdute fra sigarette che non fumi più e in fondo a bicchieri che continui a vuotare. Il segreto non è lì. Il segreto non è nel filtro oltre il tabacco, nel vino. Il segreto è nelle parole senza filtro di un amore senza confini.”.

(Gli stronzi hanno ragione anche quando ti stanno sul cazzo).

“Appunto. A me piace vincere facile. Fratellino. Corri forte, vivi forte.”.

(Gli stronzi vanno, anche, ascoltati e compresi).
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26/10/11 L'ultima stazione del mio treno

Arrivo a casa

Arrivo a casa

Il treno corre anche senza un suo passeggero.
Prepara le sue valige per la sua discesa.
Il destino lo aspetta all’ultima stazione del suo treno.
Il destino ha un nome, chi è il destino sa di esserlo e non ha bisogno di essere chiamata, basta il respiro di chi scende dal treno, un respiro più lungo degli altri: quello di chi è arrivato a casa.

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23/10/11 L'ultima stazione del mio treno

Vrom, vrom…

Vrom, vrom…
I veri fulmini non fanno rumore, solo luce.

Ridi e corri ancora.

Ciao Marco.
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20/10/11 L'ultima stazione del mio treno

Il primo urlo

Il primo urlo
Cammini su una corda, tendi i muscoli per non cadere, impari a conoscere il tuo respiro. L’acrobata, l’artista più solitario: avvolto e accolto dal vuoto. Il suo filo, l’ultima parentesi prima della caduta. 

Come noi, acrobati della vita. I nostri progetti, i nostri sogni, tutto quello che pensiamo, vogliamo, ecco tutto questo è la nostra corda sospesa nel vuoto.

Il primo urlo della nostra vita, liberatorio, è quando tocchiamo terra, quasi come quel marinaio che, “Terra!”, lo urlò quando vide l’America.
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17/10/11 L'ultima stazione del mio treno

La storia di un sorriso

La storia di un sorriso
Il sorriso. Wikipedia lo definisce come la manifestazione di serenità, benessere e apertura nei confronti di un’altra persona. Un sorriso è il tutto e il niente. Se si conosce la vita si sa che tutto è la rovina di tutto e che niente non vuole dire niente. 

Il sorriso è pace e inganno, è trappola e ristoro, è abbraccio e schiaffo. Il sorriso deflagra fra la folla e fa morti e feriti o accarezza chi è solo e aggiunge respiro dove non c’è aria.

Non fidatevi dei sorrisi, specialmente dei vostri.

I sorrisi non parlano e non devono rendere conto a nessuno.

Le donne e gli uomini che li fanno, sì.
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Fazzoletto da tasca colorato, occhiali sulla punta del naso per darmi un tono, centomila idee nelle tasche e bollicine nel bicchiere. Questo sono io.
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